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Visualizzazione dei post da 2011

Pane vecchio e spinaci

Quanto è piacevole e bello il ritorno a Padova, soprattutto nella casa in via F.Redi, la calda e l'accogliente dove posso dare la via libera alla mia fantasia nella cucina e mi fa piacere stare a tavola con la mia famiglia ospite a condividere con loro con loro i miei piatti semplici ma deliziosi, in poche parole a volte sono costretti ad essere cavie per i miei piatti. Sabato del 10 dicembre la mia cena per le amiche era italo-palestinese, qui ho scelto di raccontare questo piatto perché è piaciuto anche a Elisa anche se non le piace lo yogurt, A Viorica la mia cara amica moldava che ha conosciuto gli spinaci solo in Italia, Brunetta però apprezza sempre il mio cibo e sempre se lo cose piacciono alla nonna sono salva. Come ho fatto???? Ho cominciato con  i crostini di pane tagliandolo a quadretti poi l'ho messo in forno fiche è diventato bello dorato, poi l'ho messo nel piatto da servire, nel frattempo ho messo gli spinaci freschi e biologici in una pentola con un

I miei triangolini palestinesi sono al 100% hebronesi

Hebronesi; perché sono gialli per l'aggiunta della curcuma nell'impasto, credo che i hebronesi sono gli unici a mettere la curcuma nell'impasto di questi triangolini, è difficile trovare anche un impasto bianco per i panzerotto o per il pane speciale nelle feste, a Hebron ho visto perfino la pizza con l'impasto giallo. Io, anche se vivo in Italia da più di sette anni, non ho perso questa abitudine, ecco come si vede nella foto, sono gialli.                     Il ripieno è composto da spinaci e cipolline possibilmente BIO, olio d'oliva, succo di limone (di solito si mette un tipo di spezie chiamato summaco che dà un gusto aspro e qui l'ho sostituito col limone perché non ce l'ho), sale e cumino.  Dopo aver lavato gli spinaci molto bene, gli ho tagliati fine, poi ho tagliato la cipolla fine, in fine ho aggiunto l'olio, il sale e il cumino.                                                              Oops!!! parlo del ripieno, e stavo

Un momento per la convivialità e il cibo..

Questo è quello che è rimasto (vedi foto sotto) del mio piatto gustoso chiamato maqlubeh, ma'lubeh, che significa in italiano la rovesciata perché quando si serve la pentola viene capovolta sul piatto. Un giorno che io e la mia coinquilina finiamo il lavoro nel più o meno lo stesso orario, non sempre ma a volte è un gran gioia, perché così potremmo avere il tempo per fare da mangiare, stare a tavola e mangiare in santa pace  e soprattutto rimanere tutto il tempo che vogliamo. La mia proposta era un piatto dalle mie parti, le è detto che è buono, che piace a tutti i miei amici, e se non le piace nel piccolo centro di Samarate ci sono 3 pizzerie. Per fare il maqlubeh , ho tirato fuori la carne che era nel congelatore da un mese, non avevamo mai il tempo per cucinarla, 3 melanzane BIO che avevo comprato da Celestino l'ultima volta che sono andata a Padova, quindi 2 settimane fa, riso, una carota, curcuma comprata al negozio equo e solidale di Samarate, sale, pepe, una f

Sapore della terra....

Oggi 4 settembre 2011, mi sono preparata una frittata con la portulaca; un'erba spontanea che avevo raccolto nel cortile di casa mia a Samarate l'altro giorno. (vedi le foto sotto) Le regole assurde nel condominio dove abito fortunatamente non hanno impedito questa pianta a nascere ed a crescere... Io perché amo la terra e quello che mi offre l'ho raccolta avendo addosso gli occhi dei vicini, non importa a cosa hanno pensato, alla fine era buona la mia frittata e l'ho mangiata con molto appetito facendo viaggiare la mia mente nei ricordi lontani e vicini sia in Palestina che in Italia. Cari amici, Quando troverete questa pianta, raccoglietela e chiedete a me le ricette per cucinarla, ma potete mangiarla anche cruda. Cerchiamo di rafforzare il rapporto con la terra, amiamola e mangiamo sano!!!!!!! Fide' Samarate

A me piace cucinare, ma con Miriam mi piace di più

                                             Involtini con foglie di lingua di vacca.                                                                Waraq lsan La natura con il suo verde e l'aria pulita della montagna, quando sei lì, ti invitano a camminare, lusinga gli occhi guardando i fiori e le erbe che riempiono i prati. Due o tre anni fa mentre passeggiavo nei prati a Lavarone in Trentino ho trovato delle foglie che mi sembravano famigliari. Sì, erano quelle che chiamiamo in arabo waraq lsan , e in italiano foglie di lingua di vacca ; (tradotto letteralmente come in arabo), allora le ho raccolte e le avevo fatte come si fanno in Palestina; cioè come involtini ed erano piaciuti alla famiglia che mi ospita. Anche quest'anno le ho fatte anche, ma era più divertente andare a raccoglierle e farle, perché sono andata  a raccoglierle e le ho poi preparate assieme alla mia nipotina Miriam a raccoglierle e le abbiamo preparate assieme come vedrete in seguito: .

Finalmente Atayef

Come fare l' atayef ??? NON E' molto facile..... 1. Prendete 1/2 bicchiere di farina bianca, 1/2 bicchiere di semola di grano duro, 2 bicchieri di farina di semola di grano dura, più o meno un 1/4 di bicchiere di latte, da 2 a 3 bicchieri d'acqua, quasi 10 grammi di lievito di birra, un cucchiaio di zucchero e un pizzico di sale. 2. Mescolate tutto assieme fino ad avere un pastella e lasciate lievitare per 30 minuti, se avete una nipotina simpatica come la mia coinvolgetela nel lavoro. (come vedete nelle foto).                                                Miriam che fa la pastella. 3. mettete una padella antiaderente sul fuoco e quando è calda con un piccolo mestolo versate la pastella come vedete nella foto della mia nipotina sotto, e dopo circa 1 minuto toglietela, si cuoce solo da una parte.                                                                       Si può aggiungere della nigella sulla pastella, dà un sapore molto buono.

Ramadan fin'ora è senza Atayef .

                                                       Ramadan e l'atayef L'Atayef,  (  panzerotti fatti con pasta di grano duro e ripieni di formaggio dolce, noci o panna cotta, vengono fritti o cotti al forno)  è il dolce tipico legato al mese del digiuno, il  Ramadan , soprattutto a Hebron,  . D al primo sino all'ultimo giorno del Ramadan l' Atayef non manca quasi mai nelle loro case, dopo aver rotto il digiuno con acqua, datteri, vari succhi e mangiato uno dei piatti tradizionali, viene servito l' Atayef con il miele e il caffè sada ( caffè speziato e senza zucchero), alcune famiglie lo mangiano tutti i giorni, per quello nelle altre città della Palestina si racconta una barzelletta sugli hebronesi e l' atayef . una persona chiede ad un’altra: “Perché il Ramadan degli hebronesi dura quaranta giorni?” E l’altro gli risponde: “Perché aspettano finché finisce l’atayef  a casa”. Alla fine è un dolce, ma è a portata di mano di tutti, poveri e ric

Palestinian food, but Israeli flag

Yesterday, after a long day of work, me and my home-mate went for dinner to Arona's lake, which is close to the city where we live, after arriving and while walking among the crowd of people, I saw waving the Israeli flag, curiosity led me to see what's there. I was really disapointed when I saw that they are selling the Palestinian food passed off as an Israeli. Was a great stand, and behind, the operators there was a nice foto of Jerusalem and another one of the desert. Nice photos with the names of the dishes were hanging, something that just makes you feel bad, because TABBULEH, HUMMUS, FALAFEL, BABA GANNUJ ETC are a Mediterranean dishes and they exist before the birth of Israel, so how can they be Israelis? Let's defend our culinary culture!!! let's defend our food!!! we lost our land, but we must not lose our culture. With the Palestinian food, must be the Palestinian flag.

La cucina palestinese nel Veneto

Quella terra lontana, dove accoglie più di una situazione climatica, e grazie a quello la terra chiamata Palestina dona tante specie di prodotti agricoli, e così la maggior parte degli abitanti erano contadini, coltivavano la terra a seconda quello che avevano imparato dalla natura e dall’esperienza di lavoro. Inoltre, ci sono i giovani e dentro alcuni di loro era nato un desidero di intraprendere una nuova vita, spinto da tanti motivi alcuni sono politici, studio ed anche la voglia di conoscere una nuova cultura. Parte con bagaglio culturale dentro di se con tutto quello che ha acquisito nella sua terra madre, e un altro bagaglio dov’è sicuro di aver messo lo za’tar (origano macinato condito con altre erbe, spezie e sesamo tostato, viene mangiato in vari modi, ma il più diffuso quello di mangiare al mattino con olio d’oliva e pane) e tutto ciò che ha preparato la madre in occasione del viaggio. Il Veneto è uno di quei luoghi verso cui alcuni Palestinesi si sono indirizzati, dove co

Palestinian plate from Italy

In four days I am going to Norway to participate in a students festival in Trondhiem, team and members in my workshop which is about food are trying to put togather a recipe book. here is what I wrote: There are lots of recipes that I like, as I am Palestinian living in Italy, it was a bit hard to chose a favorite recipe from one of two great cuisines, finally I decided to send a Palestinian dish, which happens to be one of my host family's favorite meals, even Miriam, who is three years old loves it very much. Actually, it is not a  main  dish, it's an appetizer. In arabic called  Hummus , here in Italy we call it salsa di ceci, and hummos in english mean chickpeas. No matter what name you want to give to this plate,  what's important is that this plate represents an identity, is a symbol of a people. The taste takes you back to where this dish comes from, and invites you to open your imagination to see that and to comunicate with the food culture in that place. The plat