Quella terra lontana, dove accoglie più di una situazione climatica, e grazie a quello la terra chiamata Palestina dona tante specie di prodotti agricoli, e così la maggior parte degli abitanti erano contadini, coltivavano la terra a seconda quello che avevano imparato dalla natura e dall’esperienza di lavoro. Inoltre, ci sono i giovani e dentro alcuni di loro era nato un desidero di intraprendere una nuova vita, spinto da tanti motivi alcuni sono politici, studio ed anche la voglia di conoscere una nuova cultura. Parte con bagaglio culturale dentro di se con tutto quello che ha acquisito nella sua terra madre, e un altro bagaglio dov’è sicuro di aver messo lo za’tar (origano macinato condito con altre erbe, spezie e sesamo tostato, viene mangiato in vari modi, ma il più diffuso quello di mangiare al mattino con olio d’oliva e pane) e tutto ciò che ha preparato la madre in occasione del viaggio. Il Veneto è uno di quei luoghi verso cui alcuni Palestinesi si sono indirizzati, dove come in tanti altri luoghi, nasce un incontro tra le due culture compreso le culture e i sapori dei cibi, a creare questo scambio anche alcuni italiani che partono per la Palestina per vari motivi, ma soprattutto volontari, quelli hanno assaporato, mangiato e sicuramente hanno bevuto il caffè del benvenuto al cardamomo accompagnato con un dolcetto o anche senza, ma certamente si sono stupiti dall’ospitalità di un popolo modesto ma generoso. Al rientro in Italia non potevano fare a meno di portare alcune delle tante bontà che hanno mangiato in Palestina, prodotti che raccontano un’esperienza vissuta in una cultura completamente diversa della propria, pietanze che non li portano ma rimane in loro la nostalgia di mangiarli nei posti dove hanno lasciato i loro ricordi, anche se come il falafel (polpette di ceci fritti, è un cibo molto popolare in Palestina e soprattutto non è caro. D solito viene servito dentro un panino con delle verdure fritte e crude) si può trovare qui, ma lì ha un altro sapore.
Da qui il cibo palestinese comincia ad essere conosciuto, e siccome è un cibo di caratteristiche mediterranee quindi basato sull’olio d’oliva, i cereali e le verdure, viene ben accettata dai palati italiani, quando quel fatto aiuta ad usare il cibo come uno strumento o l’occasione per poi parlare del conflitto fra Palestinesi e Israeliani, infatti quando ci sono degli incontri a questo scopo, spesso la presenza di associazioni palestinesi o italo-palestinesi aiuta anche ad organizzare delle cene di solidarietà in cui si offrono piatti tipici della cucina palestinese, che crea un momento conviviale ed insieme a questo a volte viene realizzato un evento culturale di musica o teatro.
Ma anche al di là del conflitto, c’è il desiderio di conoscere la vita e la cultura di questo popolo, ed il cibo è uno degli strumenti utili a questo scopo.
Gli incontri tra gli amici palestinesi ed italiani in vari occasioni costituiscono una grande occasione per scambiare i piatti oltre ai discorsi e alle parole fra le due popolazioni, si nota anche uno grande interesse dagli italiani verso la conoscenza della cucina palestinese, e non solo mangiarla ma anche imparare nuovi modi e metodi per cucinare, ed imparare piatti di una cucina che piace e così variare le offerte delle pietanze a casa propria. Per tanti anche viene considerata uno strumento di solidarietà con il popolo palestinese.
Purtroppo un vero proprio ristorante di cucina tradizionale palestinese nel Veneto non esiste, non ci sono nemmeno i negozi di generi alimentari che vendono prodotti caratteristici palestinesi.
Fida- Padova
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