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I dolcetti della festa Eid al Fitr

Mancavano pochi giorni alla fine del mese del Ramadan (il mese del digiuno per i musulmani), quando sono tornata a Padova, pur avendo la possibilità di rimanere in Palestina ed aspettare a festeggiare la festa lì, ho voluto tornare qui; nella mia seconda o prima casa "non importa la classificazione", la cosa più importante che mi trovo bene qui, e che amo questo posto, e mi piace che i miei condividono con me i miei momenti di gioia, e che mangino il cibo che faccio ecc.. e a proposito di cibo; non potevo arrivare al giorno della festa del fine digiuno senza aver fatto il dolci speciali, perché per me è molto importante per completare la gioa e per portare un pò agli amici quando vado alla preghiera la mattina della festa, dove si trovano tanti musulmani di varie nazionalità e quasi tutti portano i dolci per poi mangiare assieme.

Alcuni ingredienti li ho comprati della Giordania, e alcuni della Palestina; sapevo di non aver tempo per comprarli a Padova visto che il giorno dopo del mio arrivo sono partita per la montagna a Lavarone perché altrimenti rimanevo da sola a Padova, cosa che non voglio perché erano due mesi che non vedevo i miei.
Il resto cioè la farina di semola l'olio e il burro sono stati comprati a Lavarone, la gomma arabica e il mahleb (spezie) e la pinzetta per fare i disegni per fortuna mi sono ricordata di prenderli dalla casa di Padova.

I due chili di farina di semola, l'ho mischiati con quattrocento grammi di burro, due bicchieri d'olio di semi di girasole (dovevo mettere quello di semi di sesamo ma era rimasto a Padova) e un pochino di gomma arabica e mahleb macinati lasciandolo per un pò, il tempo di scogliere il lievito di birra con l'acqua tiepida e lo zucchero giusto per mettere il lievito in azione, per poi fare l'impasto, acqua quanto basta e bisogna aggiungerla e mischiarla con molta delicatezza ottenendo un impasto che assomigli a quello della pasta frolla, e l'ho lasciato a lievitare.

Mentre l'impasto si riposava, ho preparato il ripieno, erano tre tipi di ripieno: Datteri impastati, pistacchi con miele e noci con miele e cannella e una spolverata di noce moscata.

Ci vuole poco tempo per preparare le basi, il bello viene quando si fanno i biscottini, ci vuole molta pazienza, cosa che ce l'ho e soprattutto quando si tratta di cibo. Dopo cena mi sono messa fargli prendendo delle piccole palline dell'impasto, facevo un buco per mettere il ripieno e farli prendere la forma di una foglia questo perché avevo messo il pistacchio, a darmi una mano c'era l'amica di Marianita, Odilla che spero sia divertita a fare questo lavoro con me, che on siamo riuscite a finirlo tutto la sera stessa e l'ho finito il giorno dopo divertendomi a vedere la mia adorabile Miriam a fare i disegni con la pinzetta sui biscottini, come si vede nella foto sotto:

Nella foto sopra vedete Miriam che sta facendo i disegni sui pezzi di biscotti ripieni di noci e miele, sono fatti a forma di una pallina.

Fatto tutto, ho acceso il forno al massimo e ho infornato i biscotti per dieci minuti dopo averli messi nelle teglie da forno con una distanza non meno di tre centimetri l'uno dall'altro, e quando erano freddi ho spolverato lo zucchero a velo e ho dato il permesso a tutti di mangiargli ma lasciare un pochino per portare ai musulmani, come vedete il risultato è nella foto sotto:

I primi sopra sono quelli con i datteri che in arabo hanno il nome ka'k, in mezzo sono ripieni di noci che vengono chiamati  ma'mul e gli ultimi sotto sono quelli col pistacchio (non hanno un nome, o magari io non lo so).

Alla festa c'era abbastanza gente e abbastanza dolci, sono riuscita a fare una foto simbolica per mezzo tavolo  con le cose che hanno fatto gli altri, la foto è sotto:


 La  foto sotto è stata fatta il giorno della festa, il 19 agosto 2012 a Padova.

Fide'
Padova

Commenti

  1. hmmm chissà che buoni! grazie fida. io ho vissuto in egitto, al cairo, negli anni 60 (tu non eri nata credo... e lì si facevano i kahk, ma diversi da come li fai tu. era solo burro con pochissima farina e zucchero a velo. li ho fatti per diversi anni anch'io una volta tornata in italia...ora non più, troppo burro non fa bene ai vecchietti.
    ti volevo chiedere questo (ed è il motivo per cui sono capitata sul tuo blog: al cairo mia madre cucinava alcuni tipi di pane (o dolci o salati) nella 'palestina', forse al cairo la chiamavano 'phalestin' o qualcosa del genere. era una teglia rotonda col buco in mezzo che si usa sui fornelli, non in forno, mettendo un apposito attrezzo di ferro tra la fiamma e la teglia per evitare il fuoco diretto. tu la conosci? io l'ho anche trovata in italia, ce l'ho, però volevo sapere l'origine e per che cosa viene usata. grazie! maria, milano

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  2. Cara Maria,

    Conosco l'attrezzo e si usa ancora, anche a casa mia sempre quando non abbiamo voglia di accendere il forno, ma tanta voglia di mangiare qualcosa di dolce che accompagni il Tè. non avevo mai visto fare una torta salata usando quella forma, sempre una torta semplice o meglio dire una torta base fatta di uova, olio di semi, farina, latte, lievito e scorza di limone.

    Credo che la gente la usava tanto di più una volta, perché non avevano il forno a casa, c'era un forno nel quartiere dove la gente cuoceva il pane e cucinava le pietanze che devono essere cotte in forno dando una offerta al padrone di quel forno ma, adesso quasi tutti hanno il forno a casa e le torte si cuociono in forno come tutto il resto delle pietanze.

    Spero di aver risposto alla sua domanda.

    Fidaa

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  3. ciao fida...con quanto ritardo... grazie per la tua risposta. tra l'altro per natale ho rifatto le gorabeie...che buoneee!!! approfitto per mandarti tantissimi auguri di un anno pieno di gioia e di tutto quello che desideri!

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  4. Leggo dagli alberghi bressanone www.hotelelephant.com/it

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