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Visualizzazione dei post da 2012

فول مدمس Pure' di fave secche

Colazione alla palestinese, era molto ricca di varieta' di piatti e sostanze nutrizionali, assomiglia un po' alle colazioni che faccevo quando ero in Norvegia e in Germania, ma stamattina era a Hebron nella casa di mio suocero. Uno dei legumi oltre ai ceci che viene mangiato e' le fave secche ( fuul ), anche questo e' molto facile da fare, e ci serve: Una scatola di fave. Olio d'oliva piu' o meno 3 cucchiai. Uno specchio d'aglio Mezzo limone spremuto. Sale e prezzemolo. Come fare: Scaldate le fave sul fuoco, nel frattepo pestate l'aglio con un pizzico di sale e quando le fave sono calde aggiungetele,  alla fine si mette il limone, l'olio e il prezzemolo per la guarnizione.                                              Le fave calde messe in una pentola di terra cotta. Le fave dopo essere pestate. Mentre mettevo l'olio d'oliva sulle fave a Safa (la moglie di mio suocero) le pestava.                                

القدرة الخليلية Qidreh Hebronese

La Qidreh o Al Qidreh e' un piatto tipichissimo hebronese, fatto da pochi ingredienti, ma malgrado quello e' buonissimo e richiesto anche dai non hebronese, perche' anche se viene fatto fuori Hebron non viene buono come lo e' qui, non lo metto qui per invitarvi a farlo, ma per invitarvi a Hebron per mangiarlo!!!!!! Ieri era la seconda volta che mangio questo piatto in questo mese, erano anni che non lo mangiavo, siccome adesso sono sposata da poco e qui c'e' l'abitudine di invitare gli sposi a pranzo perche' sono "sposi novelli", non so quando non lo saremo, quando diventiamo stagionati??. Comunque i pararenti fanno i piatti tipici e ovviamenti fatti con la carne, tre settimane fa eravamo da mio fratello Rami e ci ha fatto anche Qidreh ( Idreh ; com'e' nella lingua parlata) e ieri da mia zia Itidal (la sorella di mio padre). Si fa nel forno comune; a casa mia non ho mai visto questo piatto fare a casa, abbiamo sempre portato l

Zuppa di lenticchie Rosse

La mia ricetta oggi e' molto facile e volece, quando non avete voglio di trascorrere tanto tempo in cucina o tornate tardi dal lavoro e avete fame ma siete stanchi per mettervi a cucinare, potete fare la mia zuppa ovviamente se le lenticchie ci sono. Cosa serve?? 2 persone, perche' in casa siamo in due!! 1/2 cipolla 300 grammi di lenticchie rosse 2 bicchieri d'acqua piu' o meno. 3 cucchiai di olio d'oliva 1 cucchiaio di cumino o a piacere. 1 cucchiaino di sale o a piacere. Come fare?? Tagliate la cipolla a pezzetti piccoli e mettetela in una pentola con l'olio d'oliva e rosolatele sul fuoco poi aggiungete le lenticchie e mescolate un pochino fino a quando il colore delle lenticchie diventi sul giallo spento. alla fine aggiungete l'acqua, il sale e il cumino e fate bollire fino a quando saranno cotte.                                                   Le lenticchie sul fuoco, sopra c'e' il cumino. Servite la zupppa calda!! Qu

Torta al cocco

Mi sarebbe piaciuto far assaggiare la mia torta al gruppo dei ragazzi arabi a Due Palazzi, dove da tre anni facciamo degli incontri, niente di impegnativo erano solo due ore al mese in cui parlavamo, leggevamo i giornali, scrivevamo in arabo e giocavamo, il 05/09 e dopo aver chiesto un permesso per portare dei dolcetti e qualcosa da bere, sono andata a salutare i ragazzi con il miodolce fartto in casa, era l'ultimo incontro perche' la settimana dopo sono partita per la Palestina per lungo tempo; per non dire per sempre!! Non sono riuscita a far entrare il dolce perche' era fatto in casa, era vietato secondo le regole del carcere, IO NON SAPEVO, li ho lasciato alla porta e sono entrata da sola con due bottiglie di succo di frutta. Il dolce era molto semplice e facile da fare, percio' ho deciso di mettere la ricetta qui. Ingredienti: 4 bicchieri di semola di grano duro. 2 bicchieri di farina di cocco 1 bicchiere di burro sciolto. 2 bicchieri di yoghurt. 1/2 b

I dolcetti della festa Eid al Fitr

Mancavano pochi giorni alla fine del mese del Ramadan (il mese del digiuno per i musulmani), quando sono tornata a Padova, pur avendo la possibilità di rimanere in Palestina ed aspettare a festeggiare la festa lì, ho voluto tornare qui; nella mia seconda o prima casa "non importa la classificazione", la cosa più importante che mi trovo bene qui, e che amo questo posto, e mi piace che i miei condividono con me i miei momenti di gioia, e che mangino il cibo che faccio ecc.. e a proposito di cibo; non potevo arrivare al giorno della festa del fine digiuno senza aver fatto il dolci speciali, perché per me è molto importante per completare la gioa e per portare un pò agli amici quando vado alla preghiera la mattina della festa, dove si trovano tanti musulmani di varie nazionalità e quasi tutti portano i dolci per poi mangiare assieme. Alcuni ingredienti li ho comprati della Giordania, e alcuni della Palestina; sapevo di non aver tempo per comprarli a Padova visto che il giorno

Manaeesh za'tar مناقيش زعتر

Prima di venire in Palestina, credevo di poter cucinare e scrivere sul mio blog tutti i santi giorni o almeno quattro o cinque giorni alla settimana, ma come si vede mi e' andata male per il blog, intanto ero venuta qui a fare la baby-sitter per mia nipote, la figlia di mia sorella gemella, la verita' che e' questa la prima volta che io faccia qusto tipo di assistenza e non pensavo cosi' difficile ed impegnativo, e bisognava rubare il tempo per fare qualcosa, cosi' io e Nida un giorno abbiamo fatto il pane, panini ripieni e manaeesh za'tar ; l'ultimo e' un alimento molto importante nella dieta palestinese, perche' ci fa diventare intelligenti e avere una buona memoria secondo le nostre credenze visto che fin da piccoli la colazione la facciamo con lo za'tar e l'olio d'oliva. Per fare i manaeesh serve: l'impasto per il pane normale Olio d'oliva Lo za'tar Dopo aver procurato quello che serve, fatte delle piccole pall

Foglie di vite dal giardino in via Francesco Redi

Ero andata nel giardino della mia casa per vedere se riesco a trovare un ramo di menta, solo un piccolo rame magari sopravvissuto dopo che non so quanti anni fa Francesco l'aveva sterminata tutta....Non c'era la menta, ma per non entrare in casa a mani vuote e fare una cosa che da molto tempo che non facevo, ciò raccogliere alcune della foglie della vite sotto casa, saranno passati più di otto anni anni da quando le ho raccolte per l'ultima volta, ed è questa vite sempre stata qui ma non ho mai pensato a raccogliere le foglie, le cucinavo però perché le portavo sotto vuoto quando andavo in Palestina, perché forse ero sempre convinta che sono più buone le foglie che provengono dalla Palestina.... mi ero sbagliata, perché anche quelle padovane dopo averle cotte erano buonissime.                                                                                                                   Le due foto sotto sono della vite                                              

Pane

Grazie a Chiara; perché chiedendomi del pane che si mangia in Palestina mi ha dato una mossa e mi ha invitato a farlo a casa, e così ieri pomeriggio mi sono messa a fare il pane per rispondere alla tua domanda..e così ho fatto felici anche i miei. Tutto quello che serve è farina, acqua, lievito di birra, zucchero e sale.. ho fatto a occhio come ho sempre visto mia madre fare in Palestina. La prima cosa che ho fatto era mettere il lievito di birra e lo zucchero in un bicchiere con l'acqua tiepida per farlo lievitare, poi l'ho aggiunto alla farina tipo "0" possibilmente bio, ho impastato e ho messo l'impasto a lievitare. Si capisce quando è lievitato perché quasi si raddoppia l'impasto, dopo ciò ho diviso l'impasto in piccole palline, vedi la foto sotto.. Ho steso le palline col mattarello, come vedi nella foto sotto Ho lasciato un pò riposare il pane esteso, vedi le foto Dopo di che ho riscaldato una padell

Mjaddarh مجدرة, oltre Padova, è piaciuta anche a Oslo

E' uno dei miei piatti preferiti della cucina palestinese e da quando vivo a Padova è diventato il piatto preferito di Marianita, e piaciuto anche a Ingrid la mia amica norvegese quando l'ho fatto a casa sua a Oslo un anno fa, le è piaciuto al punto di rifarlo da sola seguendo la mia ricetta. è bello vedere i propri piatti apprezzati e piaciuti, soprattutto perché la mjaddarah in Palestina viene considerata una pietanza da poveri come tutte le cose a base di lenticchie, essa non si offre in un banchetto o agli ospiti perché non ha carne e non costa tanto farla la gente si vergogna ad offrirla, teme di essere considerata tirchia. Questo secondo la cultura in Palestina in questo periodo, ma siccome le cose mutano la mjaddarah potrebbe diventare una signora pietanza un giorno, perché dal punto di vista nutrizionale è completo. Per farla servono: 200 g di lenticchie prefebilmente di agricoltura biologica e si trovano anche nelle botteghe del mercato equo e solidale o in quals

Il pranzo era italiano ma la cena era palestinese..

Dopo aver passato una mitica metà giornata al Sasso, ci siamo mosse verso il Torrone; la casa dove abita Delia e si chiama così perché ha la forma di un torrone, proseguendo nella storica macchina di Delia abbiamo deviato verso un supermercato a comprare gli ingredienti per fare cibo palestinese, visto che ci sono in visita a casa sua, Delia ne ha approfittato e mi ha chiesto di cucinare, e più che volentieri io ho detto di sì. Lei che ha vissuto in Palestina conosce il gusto delle pietanze, voleva tante cose ma alla fine abbiamo scelto due cose, lunghi da fare, veloci da mangiare e potrebbero essere conservati per mesi nel congelatore se riesci ad impedire di fargli mangiare subito per quanto sono buoni e sono: I triangolini di spinaci e la sfiha La Sfiha (singolare e plurale) non è altro che pasta con carne,  prima vista sembrano delle pizzette, ma non sono. Come si fa? Si fa un'impasto di farina, acqua, lievito, olio d'oliva, sale e zucchero, si lascia a lievitare p

Al Sasso in Umbria, la prova della ricotta prima di andare in Palestina

Parlare del cacio e della ricotta in questa casa palestinese non altro che è un piacere; la voglia di portare quei due nella casa palestinese e soprattutto la ricotta, parte dall'esigenza di dimostrare ai pastori palestinesi che il siero del latte si utilizza e non viene buttato. In una visita a Orvieto dalla mia cara amica Delia siamo andate al Sasso a comprare la ricotta da Danilo, il pastore con la risata molto gioiosa, quando siamo arrivate aveva appena fatto la ricotta e inattesa che si asciughi un poco abbiamo accompagnato Danilo ad pascolo e parlando si è aperto il discorso della Palestina e dei formaggi in Palestina. Mentre in Italia si può parlare un'infinità di varietà e qualità dei formaggi, in Palestina bastano due ore perché culturalmente il formaggio non viene apprezzato come ho visto in Italia durante i miei viaggi enogastronomici, per cui l'idea di importare alcun tecniche in Palestina viaggiava nella mia testa da anni e ha sorpreso anche che Delia co